di Alessandro Tullio,
Docente di Programmazione e Controllo, Dottore Commercialista, Consulente Aziendale.

L’intuitus personae, cioè la natura personale dei servizi offerti, è sempre stato considerato dal cliente l’essenza delle professioni liberali sia civilisticamente che all’atto pratico. D’altronde, il professionista opera, in genere, in un mercato popolato da numerosi soggetti che offrono servizi analoghi ai potenziali clienti. Il successo delle prestazioni si ottiene, perciò, grazie al vantaggio competitivo che dipende da una superiorità di competenze e conoscenze rispetto ai concorrenti, costituite dal know-how, dalle qualità umane, culturali, intellettuali e psicologiche, nonché dalla preparazione tecnica.

Le società professionali che offrono servizi richiedono la progettazione di un’organizzazione aziendale, con complessità spesso sempre più rilevanti a causa dello scarso utilizzo di schemi consolidati. I caratteri tipici delle imprese professionali, quali, ad esempio, l’elevata interfunzionalità delle prestazioni, non consentono di applicare la tipica struttura organizzativa di tipo funzionale, ma piuttosto, di ricercare un delicato equilibrio tra il responsabile del servizio/progetto e gli specialisti che al suddetto progetto prestano la loro opera.

Inoltre, con l’avvento del web, un aspetto strategico di fondamentale rilevanza per gli studi professionali è l’innovazione tecnologica. La digital disruption si sta ormai affermando anche per gli studi professionali quale importante e rapido processo di cambiamento, con l’avvio di importanti e continui percorsi di trasformazione tecnologica che impattano profondamente sugli aspetti organizzativi e strategici dello studio e determinano differenti scelte operative con la impellente necessità di modificare i modelli di business.

Il cosiddetto “zoccolo duro” del fatturato degli studi professionali, costituito essenzialmente da servizi a basso valore aggiunto, con attività ripetitive quali i dichiarativi, i cedolini, le registrazioni contabili etc.  subisce, ormai da alcuni anni, forti tensioni negative sui volumi e sui margini per effetto non solo della concorrenza, ma anche, soprattutto, dell’innovazione tecnologica che permette sempre più l’automatizzazione dei processi.

E’, di conseguenza, necessario un ripensamento delle strategie di business degli studi professionali, con un netto superamento del modo di intendere la professione e, soprattutto, degli strumenti tecnologici a supporto dei servizi offerti. Oggi la tecnologia permette una profonda disintermediazione nella vendita dei servizi con la conseguenza palese che gli studi professionali  già da tempo sul mercato devono velocemente convertirsi verso nuovi approcci e strumenti. Inoltre, la digitalizzazione fa, in un certo senso, sfumare i confini esistenti della professione, richiedendo professionalità ibride in grado di colloquiare tra loro.

Il cambiamento deve, quindi, necessariamente essere rapido, impattare sull’intera organizzazione degli studi professionali e modificare con flessibilità i processi ed i servizi offerti.  Detto ciò, da dove partire?

Senza ombra di dubbio l’implementazione di un sistema di controllo di gestione digitalizzato è il punto focale.  Impostare, cioè, processi di analisi dati in tempo reale, in streaming, processi di analisi con una visione nel futuro, quali  previsioni, predizioni, simulazioni, scenari di business, etc., rappresenta la frontiera ormai ineludibile per uno studio professionale che voglia avere il controllo non solo della propria struttura, ma anche sulle scelte di crescita e differenziazione. In altri termini, il controllo di gestione degli studi professionali deve assolutamente essere supportato da strumenti di Business Intelligence ed Analytics.

Ma, l’attività degli studi professionali si fonda totalmente su processi Labour Intensive, dove quindi la risorsa “tempo uomo” è il principale driver di costo. Ne consegue che il sistema di controllo di gestione ideale per una struttura che produce e vende servizi deve essere impostato su un sistema di Activity Based Costing (ABC) e di Activity Based Management (ABM), in quanto è necessario decomporre le ore uomo in un set di attività intercorrelate tra le varie funzioni interne. E’ indispensabile, quindi, facilitare la costituzione di una rete intrecciata di flussi di informazioni che consenta di determinare:

  • driver,
  • carichi di lavoro,
  • produttività

per ogni soggetto operante presso lo studio professionale, generando nel tempo una base dati funzionale per il miglioramento continuo. Sono essenzialmente tre, di conseguenza, i fattori su cui deve concentrarsi lo studio professionale al fine di rendere efficace l’implementazione di sistemi di costing e di controllo:

  • Organizzazione
  • Informatizzazione
  • Cultura Digitale

La trasformazione digitale comporta non solo ripensare al modello di business dello studio professionale, ma anche definire un percorso digitale che permetta di allineare tutti servizi e le attività svolte per le differenti aree di business. E’ necessario, perciò, che lo studio professionale acquisisca direttamente o per terze professionalità le competenze necessarie a far fronte alla trasformazione digitale che permea ormai tutte le attività svolte: competenze economico-finanziarie, gestionali, societarie, tecniche/digitali, matematiche, informatiche. Poiché è costoso  per uno studio professionale dotarsi di tutte le risorse umane e tecniche necessarie per soddisfare tutte le competenze richieste, ne consegue l’importanza di dotarsi di sistemi di Business Intelligence flessibili e fortemente “user friendly” nel loro utilizzo.

La ricerca intelligente dei dati, la produzione di analisi in tempo reale di informazioni e conoscenza, l’applicazione di sistemi di business Analytics finalizzati al processo di controllo e di decisione a qualunque livello dello studio professionale generano un rilevante incremento di valore aggiunto; la sfida per gli studi professionali così come per tutto il mondo imprenditoriale non è tanto avere un’avanzata tecnologia a supporto, quanto poter avere a disposizioni informazioni da poter usare in modo intelligente. In altri termini:

Business + Intelligence.

Nel prosieguo viene mostrato il caso di uno società di servizi professionali che utilizza un  sistema di Business Intelligence per il Controllo di Gestione interno.

Iscriviti alla newsletter per ricevere l'articolo completo

Iscriviti alla nostra Newsletter

Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere i contenuti aggiuntivi e le ultime notizie/aggiornamenti dal nostro team.

Grazie per la tua iscrizione, come promesso riceverai via e-mail il contenuto aggiuntivo.